mercoledì, luglio 06, 2022

Tommaso Merlo

 La democrazia sta diventando sempre più apparente. I governi nazionali sono in balia di lobby e tecnocrati mentre fette crescenti di sovranità passano dalle capitali ad entità sovranazionali senza volto. Il cittadino è ridotto a spettatore inerme e il sistema neoliberista sembra inarrestabile. Di fronte a tale deriva, i sovranisti propongono di tornare indietro e cioè di ridare potere alle nazioni. Ma non farebbe che peggiorare la situazione. La soluzione è andare avanti, non indietro. Che infatti il potere sia confluito verso entità sovranazionali, è più che logico e sensato. In un mondo sempre più globalizzato, i problemi sostanziali sono tutti di carattere globale e quindi solo entità sovranazionali possono provare ad gestirli. Dall’economia fino alla crisi ambientale, dalle questioni strategiche fino alle nuove frontiere tecnologiche e perfino alla salute. Il vero problema è che quelle entità sovranazionali non sono democratiche e trasparenti, sono cioè in balia di lobby tecnocratiche ed economiche che perseguono le loro allucinazioni egoistiche.

L’Unione Europea oggi è un baraccone tecnocratico in mano a lobby senza scrupoli, ma la soluzione non è rintanarsi a Roma, la soluzione è conquistare Bruxelles. Non è smantellarla e tornare ad anacronistiche nazioncine, ma è portare i cittadini in quei gelidi palazzi di vetro, è trasformare quella moscia ed ipocrita tecnocrazia in una Repubblica Federale europea. La soluzione è andare avanti non indietro in modo che comandi democraticamente la volontà popolare continentale. Lo stesso vale per la NATO. La guerra in Ucraina l’hanno decisa tecnocrati e lobby in qualche consesso altolocato mentre dei disastrosi vent’anni in Afghanistan non ha risposto nessuno. Temi come la guerra son stati del tutto sottratti ai cittadini. Ma la soluzione non è uscire della NATO o smantellarla, ma è renderla democratica e trasparente. La soluzione è fare in modo che tali sovrastrutture rispondano alla volontà popolare. E se i cittadini occidentali oggi sono in gran parte per il disarmo e il rigetto della guerra, strutture come la NATO si dovranno adeguare.
Ma c’è di più. Viviamo una deriva neoliberista che ci sta portando all’autodistruzione. Una deriva anch’essa globale. Pensare di modificare da soli il nostro deleterio modello economico e di vita, è una follia. Da anni ormai ci scanniamo tra noi alle elezioni e dopo il voto non cambia mai niente. Questo perché quello neoliberista è un modello di matrice occidentale che ha contaminato il pianeta. Discostarsene è difficile e pericoloso. Se paeselli come l’Italia osassero ribellarsi al pensiero dominante, farebbero una brutta fine. I mercati finanziari ci farebbero fallire nel giro di qualche ora. Viviamo sotto ricatto. Il mondo poi continuerebbe sereno verso l’autodistruzione travolgendoci. Il modello neoliberista lo possiamo cambiare solo insieme ai popoli che hanno maturato le nostre stesse consapevolezze e vogliono anch’essi reagire. Non siamo soli e per cambiare davvero il devastante modello neoliberista dobbiamo unirci, non isolarci.
Se un paesello come l’Italia si rinchiudesse, l’unico risultato che otterrebbe sarebbe di diventare ancora più vittima delle decisioni altrui. Esattamente il contrario di quello che sostengono i sovranisti. Se il gioco è diventato globale, l’unico modo per toccare palla è partecipare a quella partita globale. Per riconquistare la sovranità perduta, noi cittadini dobbiamo avanzare non arretrare. Dobbiamo rimpossessarci delle nostre democrazie nazionali e poi proseguire con le entità sovranazionali. Dobbiamo tornare a contare dove vengono prese davvero le decisioni. Viviamo in una democrazia apparente che ci usa invece che servirci. Per reagire dobbiamo alzare la testa invece che abbassarla. In modo da vedere al di là dei confini anche mentali che ci limitano. Dobbiamo unirci invece di dividerci. In modo da sviluppare forza democratica capace d’incidere sulla storia. Oggi più che mai la causa politica di fondo è comune a tutti gli esseri umani ed è quella di affrontare le sfide globali per evitare l’autodistruzione e costruire un mondo migliore.
Tommaso Merlo

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