lunedì, luglio 11, 2022

Tommaso Merlo

 Roma brucia tra cumuli di spazzatura maleodorante. Già, il problema non era la Raggi, era la mafia che la Raggi stava combattendo. Il problema è un sistema marcio che non si vuole arrendere. La Raggi fu eletta a sorpresa anche perché la mafia spadroneggiava da anni in Campidoglio. Mentre i “grandi” sindaci del passato si pavoneggiavano a vanvera, la città veniva sommersa da cloaca morale e materiale. I primi tempi il sistema si limitò ad ignorare o ridicolizzare quella giovane donna, la vera persecuzione iniziò quando venne miracolosamente eletta. La vecchia politica rancorosa e la disinformazione lobbistica, la presero di mira per il semplice fatto di essere estranea al sistema e quindi rappresentare una minaccia. Per anni l’hanno attaccata per ogni inezia sbattendola in prima pagina e trascinandola addirittura in tribunale. Qualunque cosa succedesse a Roma era colpa della Raggi mentre le sue piccole e grandi vittorie venivano puntualmente sminuite. Manipolazione politica e disinformazione di massa. Un sistema ben rodato intento ad impedire ogni cambiamento. Con gli enormi debiti ereditati dai “grandi” sindaci del passato e tutto il sistema politico e mediatico contro, la Raggi non ha potuto fare miracoli. Anche perché invece di venire aiutata nel suo tentativo di girare pagina votato dai cittadini romani, la Raggi è stata sistematicamente boicottata. Politicamente, burocraticamente, mediaticamente. Alla faccia della volontà popolare. Ma del resto i sistemi usano i cittadini, mica li servono a meno che non gli convenga. E quando emergono alternative, i sistemi o le attaccano frontalmente come fatto con la Raggi oppure le riassorbono come fatto con gran parte del fu Movimento. L’unico vero interesse del sistema, è la propria egoistica sopravvivenza. I primi tempi tutto il Movimento si stringeva a difesa della Raggi. La sua vittoria a Roma aveva preceduto quella nazionale e pochi più di Virginia incarnavano i cittadini in politica. Per la sua sobrietà, la sua originalità, ma anche integrità e coraggio. Contro le mafie, contro i prepotenti fascistoidi, contro il vecchio marciume politicante e affaristico. Non è certo un caso se la Raggi è stata tanto massacrata dal sistema e allo stesso tempo così amata nel fu Movimento. Ma poi le cose sono cambiate. I dirigenti movimentisti han cominciato a scimmiottare i politicanti che volevano cacciare fino a diventare peggio di loro. Son cominciati le tattiche e le manovrine di corridoio. Le frasi fatte, i distinguo. Fino a farsi riassorbire dal sistema. Fino a perdere pezzi e trasformarsi in uno pseudo partito che vagheggia apparentamenti col Pd, uno dei suoi nemici storici e sulle cui ceneri partì l’ondata movimentista. Una deriva suicida coincisa con le comunali capitoline e a cui la Raggi non poteva starci. Maledetta coerenza. Ed ecco il festival delle ipocrisie partitocratiche che ha portato Gualtieri in Campidoglio a mani basse. Tra il sollievo della vecchia politica, gli applausi della disinformazione lobbistica e i brindisi delle mafie e dei prepotenti. Evviva. Torna la cloaca. Già, la Raggi e tutto il fu Movimento sono stati un tentativo pacifico e democratico di cambiare un paese marcio e in declino. Tutto qui. Ma dato che al sistema non conviene cambiare alcunché, si è messo di traverso. Massacrando ogni alternativa o riassorbendola. Fino ad avere la meglio. Ed eccoci qui. Altro che cambiamento radicale, penosa restaurazione anni novanta. Il tutto alla faccia della volontà popolare che infatti si è eclissata. Oggi vedere una donna come la Raggi in un partitino leaderista che insieme al Pd sostiene un governo come quello Draghi, fa male al cuore. Lei come Di Battista potrebbero ancora giocare un ruolo importante per aiutare a mettere insieme i cocci del fu Movimento. Se infatti la vecchia politica e le mafie sono ancora lì, lo è anche l’ansia di cambiamento dei cittadini. E più risoluta e consapevole che mai. Un’ansia che attende solo qualcuno che l’aiuti a ritrovarsi attorno ad un progetto politico nuovo e ripartire dopo l’ennesima delusione. Salvando quello che ha funzionato e imparando dagli errori. Il tempo è galantuomo. A Roma come nell’Italia intera si vive tra roghi mafiosi e spazzatura maleodorante. Cloaca morale e materiale. In molti lo stanno capendo. La Raggi e tutto il fu Movimento non erano il problema, ma una grande opportunità di cambiamento purtroppo sprecata. Il vero problema è un sistema marcio che non si vuole arrendere. Ieri come oggi. A Roma come nell’Italia intera.

Tommaso Merlo

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