venerdì, luglio 01, 2022

Tommaso Merlo

 Lorsignori e la democrazia commissariata

Messaggini e telefonatine alle spalle come i ragazzini mentre il commissariamento della democrazia italiana continua. Hanno scippato il voto del 2018 e si tengono le poltrone fino all’ultimo giorno. Poi si sorprendono se non vota più nessuno. Ma è questo il modello di democrazia che sta emergendo ovunque. Qualche tecnocrate in cima a tenere a bada l’onorevole scolaresca, partitelli che inseguono le convenienze poltronistiche, il tutto nell’indifferenza generale. Zero opposizione, zero dibattito. Pensiero unico in attesa della prossima pagliacciata elettorale dove cercheranno di convincerci che se vince uno o l’altro cambia il mondo. E giù tutti a scannarsi per poi ritrovarci vittime nella solita melma inciucista. È questo il modello di democrazia che sta emergendo. Una democrazia priva di visioni alternative e saldamente in mano ad élite politicanti che si passano la palla tra loro garantendosi continuità. Politica commissariata e pensiero unico neoliberista. Un occhio al proprio scranno e uno all’economia. Non sia mai che l’ingiustizia sociale strabordi e a qualcuno vengano strane idee “rivoluzionarie”. È questo il modello. Pazienza se la politica disgusta i cittadini al punto da farli fuggire in massa, quello che conta è che la pancia ma anche la testa del popolino siano abbastanza piene. Devono permettersi qualcosina nel frigo, un giretto fuori porta per sfogarsi e qualche schermo con cui intossicarsi la testa. In modo da convincersi che tanto non serve a niente lottare e che non vi siano alternative. E per chi avesse qualche dubbio, ci pensano i media al guinzaglio del sistema a rassicurarli che viviamo nel migliore mondo possibile e che bisogna accontentarsi. In modo che il pensiero unico spadroneggi e Lorsignori si godano sereni le loro carriere. È questo il sistema. Potere democratico che viene sottratto ai cittadini finendo nelle mani di élite politiche, burocratiche ed economiche sempre più internazionali. Entità tecnocrazie che hanno sempre più potere su questioni cruciali come quelle economiche o quelle della sicurezza. Come con questa guerra che han deciso Lorsignori in qualche consesso oltralpe fregandosene dei cittadini. Un vero e proprio sistema che come tale si autotutela. Hanno accesso ai piani alti solo i politicanti che si accodano al pensiero unico e che danno garanzie di stabilità. Una democrazia commissariata che sta però dando segni di cedimento ovunque. I cittadini si stanno rendendo conto di come ormai votare non serve a nulla e che al di là delle pagliacciate elettorali il sistema non cambia mai e le loro istanze vengo puntualmente tradite. Ma non solo. Sempre più cittadini si rendono conto di come il pensiero unico neoliberista sia una truffa. A far soldi son sempre più in pochi e anche quelli che vi riescono finisco per sniffarsi qualche polverina o tracannare per tirare avanti. Profitto, consumo di roba, di suolo, di se stessi. Soldi, potere, visibilità. Egoderive, tutti in coda verso il nulla. Sempre più cittadini stanno evolvendo rendendosi conto di come le loro esigenze esistenziali siano ben più profonde e complesse di quelle egoistico-materiali. E che qualità della vita e addirittura felicità abbiano ben poco a che fare con le panzane neoliberiste che propinano lorsignori. Quello neoliberista è un modello fallimentare che porta all’autodistruzione sia personale che a quella del pianeta. E i segni sono evidentissimi ovunque. Dalla devastante diffusione della droga fino ai cambiamenti climatici. Dai marciapiedi delle periferie fino alle ego-trincee. Sempre più cittadini si stanno rendendo conto di come un cambiamento radicale non solo sia possibile ma è sempre più urgente. E l’unico modo per ottenerlo è riconquistare il proprio ruolo di protagonisti in una democrazia vera. Lorsignori hanno interesse a cavalcare il sistema, per cambiare davvero dobbiamo strappagli le redini. Democraticamente, pacificamente ma senza indugi. In modo da rimpossessarci del nostro destino comune ed affrontare le sfide epocali che ci attendono.

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