martedì, luglio 12, 2022

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 🔴Il governo potrebbe avere le ore contate.


Dopo settimane di polemiche, botta e risposta e j'accuse reciproci la maggioranza ha raggiunto un livello di saturazione che non si vedeva dalla "mossa del cavallo" di Matteo Renzi, che ha portato la fine del Conte bis e la nascita del governo a guida Mario Draghi.


La settimana scorsa, quando Palazzo Chigi ha blindato il decreto Aiuti alla Camera con la fiducia, il Movimento Cinque Stelle ha confermato la propria. Ma oggi i deputati hanno abbandonato l'Aula nel momento del voto. Spingendo Draghi a convocare alcuni ministri a Palazzo Chigi e salire al Quirinale dal presidente Mattarella.


Giuseppe Conte aveva un documento dettagliato sulle sue condizioni per restare dentro al perimetro della maggioranza, ma non ha ricevuto risposte.


Conte chiaramente non poteva accettare un silenzio come risposta (nonostante questa fosse l'unica possibile da Chigi). Doveva alzare il tiro ed esattamente questo ha fatto alla Camera. Ma allo stesso tempo, dando questo segnale costringe le controparti, in primis Matteo Salvini a comportarsi di conseguenza. E alzare ancor più i toni. E in tutto questo fracasso, è chiaro che non si può andare avanti ancora a lungo. Probabilmente è proprio questo che Draghi ha detto a Mattarella, che non può più continuare ad essere il presidente del Consiglio di Pd e Forza Italia.


Potrebbe essere questioni di giorni. Il decreto Aiuti passa infatti ora in Senato, dove i Cinque Stelle non potranno più replicare il trucchetto di Montecitorio. Non potranno più, cioè, votare la fiducia e poi rifiutare di esprimersi sul provvedimento. A Palazzo Madama il voto è unico. O sì o no.


E allora forse vedremo se il "governo dei migliori" è davvero crollato. Se si andrà a votare prima del previsto o se, in fin dei conti, la parentesi Draghi possa continuare anche senza i Cinque Stelle.

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