mercoledì, luglio 20, 2022

Enrica Sabatini

 C’è un gioco che si fa spesso con i bambini molto piccoli.

Si prende un giocattolo - che sia il coniglietto preferito o una pallina colorata - e dopo averlo mostrato ai neonati si nasconde sotto il tappeto dei giochi o sotto una coperta.
Le possibili reazioni sono essenzialmente due: o il bambino inizia a guardarsi intorno come se il giocattolo fosse sparito nel nulla e si distrae spostando l’attenzione altrove oppure si attiva e alza il tappeto alla sua ricerca.
Questa seconda opzione avviene in una condizione, quando cioè il neonato matura la capacità cognitiva che gli consente di comprendere - come si dice in gergo - la permanenza dell’oggetto. Quando cioè arriva a riconoscere che l’oggetto nascosto non scompare nel nulla, ma continua ad esistere anche se in quel momento non è davanti ai suoi occhi.
Potrebbe sembrare banale, ma si tratta di una sorta di rivoluzione nella testa di un neonato, una conquista cognitiva straordinaria che coincide con il poter pensare l’oggetto e quindi sostituirne l’esperienza (visiva in questo caso) con il pensiero.
Ora non posso non notare come si cerchi di usare un meccanismo simile anche sullo scenario politico dove la permanenza in questione non è di un oggetto, ma di fatti e dove i protagonisti non sono neonati, ma cittadini adulti e consapevoli.
Pensateci.
Da giorni e giorni assistiamo a un imbarazzante giochino che ha, alla fine dei conti, un obiettivo: nascondere sotto un enorme tappeto di notizie inutili - come ridicoli battibecchi e stucchevoli personalismi - quello che in realtà è il fatto più importante.
Ossia che si sta facendo cadere il governo di un Paese in piena estate per il calcolo elettorale di una decina di persone terrorizzate dal doversi trovare un lavoro. Non per posizioni politiche - sarebbe legittimo, facciamo attenzione - ma per mere e squallide necessità elettorali personali.
Se fossero state motivazioni politiche i fatti da raccontare oggi sarebbero stati altri. Non si sarebbe fatta l’alleanza con chiunque, non si sarebbe votata la fiducia a questo Governo per 54 volte, non si sarebbe votata la riforma Cartabia, nè l’invio delle armi e gli enfatici documenti con le proprie condizioni sarebbero stati imposti mesi e mesi prima.
E invece non è stato così. Perché andava bene a tutti. Si avevano i ministeri, le nomine, i privilegi, si galoppava velocemente verso i vitalizi e i sondaggi non erano in fondo così male.
Poi invece è arrivata la realtà: le amministrative disastrose, il 2,3% di voti, 302 consiglieri comunali e 10 sindaci persi in un weekend, le scissioni, i soldi che vanno via e la possibilità di rientrare in parlamento che per la maggior parte di parlamentari si riduce al lumicino. Ed è in questo momento che arriva un sussulto non di dignità, ma di opportunità come candidamente ammesso anche da molti.
E insieme arrivano i giochi di palazzo.
Quelli attraverso cui si nascondono i fatti sotto un tappeto sperando che i cittadini siano un po’ come dei neonati, incapaci di mantenere nella propria testa la permanenza dei fatti che hanno visto con i loro stessi occhi per anni.
Con la recondita speranza magari di molti politici che i cittadini si facciano distrarre così tanto da non alzare mai - per nessun motivo - quel tappeto, sotto al quale scoprirebbero che è scivolata anche la loro credibilità.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante spazio al chiuso
Tu, Maestro Salvatore Morra, Giovanni Capasso e altri 233
Commenti: 117
Condivisioni: 52
Mi piace
Commenta
Condividi

Nessun commento: