mercoledì, dicembre 01, 2021

Alessandro Di Battista

 Preoccupati dall'arrivo di nuove varianti, frastornati da comunicazioni sanitarie contraddittorie, terrorizzati da una crisi economica, sociale e direi psicologica che sembra non aver fine, perdiamo di vista altre tragedie i cui effetti, ahimè, si vedranno tra qualche mese o anno. 


Di Matteo e Gratteri, due magistrati che rischiano la vita per le loro inchieste (il primo venne addirittura condannato a morte dal carcere da Totò Riina) si stanno sgolando, nel disinteresse generale o quasi, per far comprendere alla pubblica opinione la pericolosità della riforma della giustizia passata, ahimè, con i voti di tutti (quello era il momento per il M5S di rovesciare il tavolo e lasciare il governo ma hanno scelto diversamente). 


Di Matteo, un tempo osannato sulle bacheche FB pentastellate, ritiene la riforma della giustizia “la peggior riforma degli ultimi 30 anni”. E ancora “va nella stessa direzione del processo breve voluto fa Berlusconi ed Alfano nel 2009”.


Nicola Gratteri ha detto: “è una riforma che non farà altro che rallentare i tempi del processo e impedire, ghigliottinare, il 50% dei processi di criminalità comune, criminalità economica e della pubblica amministrazione”.


Io, che ho avuto il privilegio di fare il portavoce dei cittadini e che, dunque, conosco il modus operandi della cosiddetta “classe dirigente” vi dico che l'arrivo dei denari del PNRR e l'approvazione di una riforma della giustizia che introduce il concetto di improcedibilità (la ghigliottina di cui parla Gratteri) sono questioni collegate. 


Così come è collegato ai denari europei il tentativo bipartisan di picconare la legge Severino, quella legge che, tra le altre cose, ha permesso di espellere Berlusconi dal Senato della Repubblica. Dal PD arriva la proposta di non sospendere più gli amministratori locali condannati in I grado per peculato e turbativa d'asta mentre Lega, Italia Viva, radicali e altri hanno raccolto le firme per un referendum per abolire proprio la legge Severino. 


Mi rendo conto, ripeto, che abbiamo tutti quanti altro a cui pensare. Ma l'establishment si comporta proprio così. A ferragosto, a natale o in mezzo ad una pandemia, approva schifezze i cui effetti si vedono solo successivamente. 


Sappiate che processi come quelli sul crac Parmalat, sulla strage di Viareggio o sulla macelleria fatta alla scuola Diaz sarebbero stati dichiarati “improcedibili” con questa legge. 


E' bene, almeno, rendersene conto per poter, in futuro, battagliare per cancellare tali porcate passate a causa dell'interesse, la pavidità, l'accidia e l'immoralità della stragrande maggioranza delle forze politiche italiane.


P.S. Venerdì 3 dic (venerdì prossimo) sarò a Forlì - alla Fabbrica delle Candele in Piazzetta Corbizzi - con le "Agende Rosse" per parlare di mafia. Mai come oggi occorre farlo.

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