Guerra.
Le due parti che pensano di poter rovesciare ognuna sull'altra la responsabilità.
Incredulità e sgomento, morte e sofferenza.
E tante domande, tanti dubbi, per chi volesse capire sollevando il velo dell'informazione ufficiale, anche perché la memoria delle "armi di distruzione" di massa con cui si procedette all'invasione dell'Iraq è ancora fresca, e Julian Assange ci ha permesso di scoprire tante falsità.
Vero è che la cultura della pace e del rispetto reciproco si alimenta non di armi, non di sospetti reciproci, ma di apertura e dialogo.
E questi ultimi non sono stati particolarmente praticati negli ultimi anni. Anni di sanzioni e prove muscolari fra grandi potenze che calpestano i diritti dei popoli pur di affermare la loro natura egemonica ed imperialistica. Con oligarchie che si perpetuano al potere schiacciando gli esclusi, i dimenticati, i fragili.
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