mercoledì, gennaio 26, 2022

Nicola Morra

 La distanza fra il palazzo e la vita reale vissuta da milioni e milioni di cittadini si manifesta sempre più in questi giorni per l'elezione del Presidente della Repubblica.

Candidature improponibili e sempre espressione dei soliti poteri, quelli che ragionano e parlano con l'inglese dei manager perché non tutelano né diritti e interessi universali, né diritti e interessi nazionali, bensì interessi e privilegi della finanza transnazionale di cui alcune famiglie, alcune persone sono chiare rappresentanti.


Sto seguendo, distrattamente, dibattiti televisivi fra giornalisti-impiegati che mi fanno sempre più rimpiangere la schiena dritta di teste libere, indipendenti, sempre più ricordate con nostalgia.


E notare che oggetto di dibattito è una foto in cui Palamara è baciato affettuosamente dalla Casellati come un peccato esistenziale tragico mi fa domandare chi abbia pagato per tutti gli SMS, gli incontri, gli accordi fatti con lo stesso ex magistrato, diventato l'unico responsabile delle schifezze di cui tanti altri magistrati sono stati capaci.


Questa è l'ipocrisia che mi fa vomitare.

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